Conoscevo una che aveva capito come funzionano le cose, aveva studiato la gente, l’ipocrisia e quelle cose lì, e a un certo punto si era decisa di fare la prostituta, perché le era venuta una certa idea riguardo alla testa della gente. Dunque si era vestita come una vera prostituta, che tu non puoi pensare altro se la vedi così, e si è andata a mettere davanti a un bar, uno di quei bar che se la menano un po’, e insomma stava lì davanti con la borsetta e tutto quanto a dare fastidio finché il padrone del bar non usciva fuori e le chiedeva gentilmente di andarsene. Lei rispondeva che stava lavorando come lui, e a ognuno il suo e che era libera di stare lì quanto voleva. Nel frattempo se arrivava qualcuno a farle proposte o a volerla portare da qualche parte prima parlottava un po’ del più e del meno e poi sparava cifre esagerate oppure prendeva delle scuse, perché lei non era gli uomini che cercava, era il padrone del bar che voleva, aspettava che uscisse fuori ancora, e meno gentilmente adesso per intimarle di andarsene. Così che a quel punto gli avrebbe chiesto 50 euro, o se le riusciva spuntava anche di meglio, 50 euro e non mi vedi più gli diceva, e lui per non avere noie glieli dava, che era meglio 50 euro subito che non perdere tutti i migliori clienti. Lei se ne andava così a cercare un altro bar, e alla fine della giornata e alla fine del mese c’aveva i suoi soldi. E senza che un uomo l’avesse toccata. Era un genio quella mia amica. E io non sono da meno. E quando le chiedevano che lavoro faceva, lei diceva la prostituta, orgogliosamente. E io non faccio di meno.
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