Stamattina mi sono svegliato con il residuo di un sogno incollato sulla pelle, come una ragnatela. Qualcosa di appiccicoso che faceva un rumore ruvido quando strusciavo la faccia sul cuscino. Allora ho aperto decisamente gli occhi, ho messo i piedi giù accarezzandomi le guance per togliermi quella fastidiosa sensazione. La mano affondava nella barba con un fruscìo pungente che mi ha svegliato completamente. Non erano ragni, erano peli, folti e ben intrecciati tra loro, e questo sarebbe normale se non fosse che io fino a ieri sera la barba non ce l’avevo. Ed era una barba almeno di un anno! Nessuna immagine notturna mi tornava alla mente per giustificare quella stranezza. Così me la sono tagliata, non la volevo la barba e nemmeno dovevo sfuggire a un qualche identikit. Ma poi è successo questo. Scendo, e già il giornalaio mi saluta con freddezza, come fossi un cliente occasionale, addirittura chiedendomi cosa voglio. Lo sa bene cosa voglio, lo stesso degli altri giorni. Avrà avuto i suoi crucci, penso io. Solo che poi i crucci ce li avevano anche al bar, e lì almeno tre quattro persone avrebbero dovuto salutarmi con un minimo di calore. Invece niente. Allo specchio potevo vedere il mio volto senza barba, quello solito di sempre, certo un po’ più disorientato, ma riconoscibilissimo perdio, ero inequivocabilmente io. Ma il mio sconcerto era destinato a diventare angoscia quando arrivato in ufficio mi sono accorto che quella situazione continuava a mantenersi inspiegabilmente assurda. I colleghi passandomi di fianco sembravano chiedersi cosa ci facesse lì quell’ estraneo, nessuno li aveva avvisati di una nuova assunzione. Esasperato fermo il primo balordo che mi capita a tiro, ehi, dico, che succede? Lui mi guarda, esita un po’, e poi come rinvenendo da una stanza buia sbatte gli occhi, ma sei tu? Eh sì sono proprio io, perché? Ragazzi guardate un po’ qui, dice lui allora ad alta voce, così che tutti a quel punto si voltano e mi guardano. Eh sì è proprio lui, e un po’ alla volta rifioriscono tratti familiari sui loro volti. Sì sono io, dico. Scusa ma non ti avevamo riconosciuto senza barba, sei davvero un altro. La barba? Non l’ho mai avuta la barba. E quando tutti ridono non riesco a fare altro che assecondarli e rido anch’io. Il resto della giornata è trascorso nella convinzione che io la barba davvero non ce l’avevo mai avuta, a parte stamattina. Verso sera poi tornando a casa mi sono ricordato che oggi era il mio compleanno. E quella sensazione di una ragnatela sulla faccia ha ricominciato a tormentarmi.
22 aprile 2013 at 07:29
beh, questo me lo leggo oggi pomeriggio. Ché big ben ha detto STOP!